Uno: da Cape Canaveral al tetto del Mondo

19 gennaio 1983: a Cape Canaveral, viene lanciata ufficialmente la Uno.

 
Se da un lato si tratta di un prodotto entrato, fin dal primo minuto, nella Storia del Marchio, da un lato segna anche un addio al mercato americano, per il Lingotto.
Un addio non addio, anche se allora non si parlò di un arrivederci.
 
Perchè, prima di tornare sul suolo statunitense, si sarebbe dovuto attendere l’arrivo di Sergio Marchionne e della Fiat 500 di Roberto Giolito, unica 500 a potersi veramente fregiare del numero 500, contrariamente al rocambolesco e letterale Cinquecento, logo e nome introdotti alla fine del 1991, dopo anni e anni di indiscrezioni, anche sul nome, inizialmente “Topolino”, poi “Micro” e via col liscio.
 
Con la Uno, fin dall’inizio, è stata tutta un’altra storia. Anche perchè, in realtà, avrebbe dovuto cambiare la Storia del Marchio Lancia, ma Ghidella decise di dirottare il modello sotto l’egida del Lingotto, perchè non del tutto convinto, a ragion veduta, della terribile sostituta della 127, in forma e sostanza di quella che poi sarebbe divenuta la Yugo per eccellenza. 
Ironia della sorte: la Yugo ebbe un quasi successo negli Stati Uniti, come automobile low cost, leggasi anche “sfigata”, anche se destinata a diventare un piccolo fenomeno di culto. 
 
La Uno, nel 1983, ha cambiato tutte le regole: via i gocciolatoi, grande studio sull’aerodinamica, finiture di livello superiore rispetto alla media della categoria e, soprattutto, la bellezza e l’eleganza delle linee di Giugiaro.
Un’eleganza più Lancia che Fiat, più vicina alla Delta che non alle Fiat a listino in quel periodo, capace però di definire quelli che poi sarebbero divenuti gli stilemi del Lingotto, e di trovare la massima maturità nella Tipo, arrivata un lustro dopo.
 
La Uno, rispetto all’omologa Lancia che non fu, era un po’ più lunga e meno ricercata, meno sofisticata, soprattutto sul posteriore, dove la fanaleria frazionata veniva sostituita da un gruppo ottico di dimensioni importanti, razionale e al contempo elegante, giovane.
Il frontale, dinamico ma al contempo imponente, portava in primo piano e, soprattutto, a definitiva consacrazione, quelle Cinque barre diagonali che sarebbero state il segno del brand, fino alla fine degli anni ’90.
 
Sulla Uno, indubbiamente tra le migliori creature di Giorgetto Giugiaro, ci sarebbe molto da scrivere e da dire, ma dedicheremo l’intero mese di febbraio a questo modello, con una serie di iniziative speciali, in collaborazione con Youngtimer Italia.
 
Enzo Bollani
spot_img

Latest articles

Related articles

spot_img